Il cuore dell’innovazione europea non è Londra, Berlino o Parigi bensì una piccola città delle Fiandre: Lovanio. Questa è la conclusione del ranking annuale di Reuters delle Università più innovative d’Europa, un elenco che identifica e classifica gli istituti più eccellenti, quelli che sono in grado di influenzare davvero l’economia globale.
Per il secondo anno consecutivo la KU Leuven ha guadagnato il primo posto grazie alle pubblicazioni scientifiche e ai brevetti depositati.
Creata da Papa Martino V, quasi 600 anni fa, oggi l’istituto è conosciuto più per la tecnologia che per la teologia. Nel 2015, la spesa per la ricerca dell’università ha superato i 454 milioni di euro e il suo portafoglio di brevetti attualmente comprende 584 famiglie di brevetti attive, ognuna delle quali rappresenta un’invenzione protetta in più paesi.
Ed è proprio Lovanio l’ecosistema che la Community Innotech di Ambrosetti Club ha deciso di andare a toccare con mano. L’Università (KU Leuven), l’Ospedale Accademico (UZ Leuven) e l’IMEC sono le tre perle che fanno di Lovanio una regione basata sulla “knowledge economy”, dove tutto è straordinariamente interconnesso.
Con più di 9.000 dipendenti e un turnover annuo di 959 milioni di Euro, l’Ospedale Accademico è considerato un’eccellenza a livello internazionale nello sviluppo di nuove tecniche terapeutiche e diagnostiche. Fiore all’occhiello il Dipartimento di Genetica Umana che svolge una ricerca d’avanguardia anche grazie a un’infrastruttura tecnologica in grado di supportare la ricerca clinica e di base.
Un altro orgoglio è il KU Leuven R&D (LRD), il centro di trasferimento tecnologico di Lovanio nato ben 44 anni fa. Nel 2016 ha chiuso 3.000 contratti con partner industriali e generato 7 nuovi spin off, per un turnover totale di 265 milioni.
Koen Debackere – General Manager, KU Leuven e Direttore, KU Leuven R&D
Tra le iniziative degne di nota dell’LRD vi è il CD3 – Center for Drug and Discovery che racchiude in sé due anime: un fondo di investimento e una piattaforma di trasferimento tecnologico con l’obiettivo di promuovere la scoperta e lo sviluppo di farmaci innovativi per molti tipi di malattie.
Il CD3 è nato alla fine del 2006 su iniziativa dell’LRD e del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) con un capitale iniziale di 8 milioni di euro. In soli 10 anni è arrivato a lanciare un suo fondo (il terzo) di 60 milioni di euro per ampliare il campo di applicazione. Negli ultimi anni, il CD3 e i suoi partner hanno sviluppato più di 20 progetti di ricerca per il trattamento di diverse malattie, tra cui l’HIV, l’Alzheimer e le malattie autoimmuni. Molti di questi progetti sono stati già dati in licenza a grandi aziende farmaceutiche e biotecnologiche (come Pfizer, AstraZeneca e Novartis) per permettere lo sviluppo del farmaco finale.
L’Università conta su importanti partnership internazionali e regionali con altre università, centri di ricerca, aziende e governi, come quella con l’IMEC, il più grande centro di ricerca di nanoelettronica e tecnologie digitali al mondo. Le innovazioni che escono da qui trovano applicazione in molteplici settori tra cui le scienze della vita, l’urbanistica e la produzione di energia.
Non per nulla l’IMEC è partner di fiducia di moltissime aziende internazionali (Samsung, Panasonic, STMicroelectronics, Intel solo per citarne alcune) e start-up perché è in grado di mettere insieme in un ambiente creativo e stimolante le menti più brillanti da tutto il mondo: oggi il centro conta 3.500 di 75 nazionalità diverse e un fatturato di 500 milioni di euro nel 2016.
Il Leuven MindGate, è così che si chiama l’ecosistema di questa città, ha il chiaro obiettivo di posizionare la regione all’avanguardia a livello globale per quanto riguarda la salute, l’high tech e la creatività. Tutto questo a beneficio delle aziende, e non solo. L’interconnessione tra molteplici settori ha dato vita ad un ecosistema unico e perfetto per imprenditori, investitori e giovani talenti. In poche parole, un ottimo posto dove studiare, lavorare e vivere. Non è un caso che il 90,1% degli abitanti di Lovanio si dichiara “felice”.
Aziende come CommScope, Materialise, TiGenix e Siemens sono solo alcuni dei più importanti player che animano il “MindGate”. L’insieme di queste società costituisce una rete di circa 140 tra società e spin-off e 300 aziende high-tech che hanno scelto di intraprendere attività nella regione.
Materialise, nata a Lovanio nel 1990 come spin-off dell’università, oggi è leader nel settore della manifattura additiva e stampa 3D. Opera in una vasta gamma di settori tra cui l’assistenza sanitaria, l’automotive, l’aerospazio e il design. TiGenix, nata nel 2000 anch’essa come spin-off dell’Università di Lovanio e di Ghent, è una società biomedica all'avanguardia nel campo della medicina rigenerativa per quanto riguarda la selezione e propagazione di cellule umane. Si occupa dello sviluppo di terapie locali innovative per articolazioni danneggiate e osteoartrosiche. Nel marzo 2016 il portafoglio delle sue terapie cellulari è stato riconosciuto come il più avanzato d’Europa.
Difficile competere con una macchina da guerra come questa. Interazione a più livelli, il supporto dell’ambiente circostante (leggi: governo locale), l’eterogeneità delle persone che gravitano intorno a questo sistema e la cultura imprenditoriale insita nel DNA sono i tratti distintivi che secondo Martin Hinoul (Senior Advisor, KU Leuven R&D) rendono il territorio così ben performante.
Traiamo ispirazione, certo. Ma non facciamo “copia e incolla” perché 1) non è possibile per definizione e 2) il successo si costruisce creando il proprio fenomeno. Ce l’ha ricordato più volte anche Koen Debackere (General Manager, KU Leuven e Direttore, KU Leuven R&D) in occasione della nostra visita…per cui c’è da fidarsi.
Koen Debackere – General Manager, KU Leuven e Direttore, KU Leuven R&D
Sono intervenuti:
Via Francesco Albani 21, 20149 Milano