In questa fase, caratterizzata da una seconda ondata pandemica che non possiamo definire inaspettata, il sentiment delle imprese si mantiene pessimistico. Questa evidenza emerge dall’Ambrosetti Club Economic Indicator.
Per l’Italia, il modello econometrico elaborato da The European House -Ambrosetti indica per il 2020 una contrazione del 10,8 del PIL, la terza più grave nei 150 della storia della Repubblica. Per trovare una riduzione peggiore bisogna tornare al 1943.
L’indicatore di valutazione della situazione attuale del business esprime, per il secondo trimestre consecutivo, un moderato miglioramento delle aspettative economiche del Paese.
Dalle stime preliminari sui primi tre trimestri dell’anno, il 2019 sembra essere indirizzato verso una crescita nulla. Ecco la prima rilevazione 2019 di Ambrosetti Club Economic Indicator
Per la prima volta dopo 14 trimestri di crescita consecutiva la variazione congiunturale italiana è stata negativa per due trimestri consecutivi: questo certifica che ci troviamo in recessione.
La notizia positiva è che continuiamo a crescere. Quella negativa è che lo facciamo con un andamento inesorabilmente lento.
Il primo trimestre del 2018 si è caratterizzato per una sostanziale tenuta della crescita registrata nel corso del 2017. La crescita rimane presente e stabile, ma la sua intensità è in riduzione, facendo intravedere nuvole all’orizzonte.
Quali sono le prospettive per l’Italia?
Veniamo da un 2017 positivo ma è necessario trovare le leve per approfittare di questa situazione economico-finanziaria-monetaria favorevole, molto più di quanto fatto finora.
Le regole e gli schemi con cui finora abbiamo guardato e analizzato l’economia stanno cambiando. La rivoluzione tecnologica, i fenomeni di digitalizzazione e automazione, l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento degli stili di consumo e la globalizzazione possono aver modificato il paradigma economico da noi conosciuto.
Miglioriamo e cresciamo più di ieri. Questo è un fatto positivo. Ma dal confronto con gli altri Paesi europei rimaniamo indietro e crescere meno degli altri significa continuare a perdere posizioni, anche in un contesto di crescita.