Le Città Metropolitane costituiscono la “spina dorsale” dell’Italia e – attraverso le interrelazioni funzionali ed economiche con gli altri territori non metropolitani – concorrono alla competitività del Paese e dei rispettivi territori da diversi punti di vista.
Nel complesso, le 14 Città Metropolitane italiane:
La “fotografia” dell’Italia metropolitana appare tuttavia molto eterogenea in termini di estensione territoriale, peso demografico ed economico. Ad esempio, le Città Metropolitane con la maggiore estensione territoriale sono Torino (6.827 km2) e Roma (5.363 km2), mentre all’opposto si trovano Milano (1.576 km2), Genova (1.834 km2) e Napoli (1.179 km2). Torino e Milano contano rispettivamente 315 e 134 Comuni, a fronte dei 42 di Firenze e ai 41 di Bari. Con riferimento alla ricchezza generata, Milano, Roma e Torino si collocano ai primi posti per Valore Aggiunto, mostrando un evidente gap rispetto alle realtà metropolitane del Mezzogiorno.
Le Città Metropolitane italiane sono un volano dell’economia grazie alla loro capacità di contribuire alla creazione di reddito e di offrire opportunità a quanti decidano di investire le proprie risorse nel territorio. In queste aree del Paese:
A livello aggregato e con riferimento al periodo 2007- 2014, le Città Metropolitane italiane hanno registrato un tasso medio annuo composto di crescita della popolazione residente pari a +0,4% (a fronte di un valore nazionale di +0,3%) e del Valore Aggiunto pari a +1,2%
(rispetto al +0,7% del dato medio italiano), con un ruolo più marcato soprattutto per le 10 Città Metropolitane dell’Italia continentale.
Dinamiche accelerate rispetto alla media del Paese si ritrovano anche per quanto riguarda l’attrattività, in particolare internazionale: circa il 70% degli investimenti diretti esteri (IDE) in entrata in Italia è catalizzato dalle Città Metropolitane.
Le aree metropolitane si connotano anche per essere degli hub logistici e snodi strategici per i flussi di persone e merci, e sono catalizzatori di innovazione e ricerca, grazie alla concentrazione di Università, centri di ricerca, start-up e incubatori d’impresa.
Il futuro dell’Italia e dei suoi territori non si gioca soltanto a livello di Città Metropolitane. Anche le aree non-metropolitane rappresentano un fattore centrale per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Si tratta di una realtà articolata, costituita da 6.719 Comuni (l’83,5% del totale) e quasi 40 milioni di persone (il 64% del totale).
L’entità e la qualità dello sviluppo del Paese non può quindi essere dissociata dalla qualità (efficienza ed efficacia) delle relazioni tra Italia metropolitana e Italia non-metropolitana.
Questo è evidente per diversi ordini di motivi:
Il futuro dell’Italia delle città e dei territori si giocherà quindi sulla collaborazione tra i due livelli:
Per questo motivo deve essere promossa la collaborazione e l’interconnessione funzionale tra Città Metropolitane e tra territori non-metropolitani, ai fini di massimizzare tutte le potenzialità offerte dai rispettivi sistemi economico-produttivi e sociali, attivando le sinergie e mettendo a fattor comune gli asset che insistono sulle diverse realtà,
così da generare valore per l’intero sistema Paese.
Managing Partner e Amministratore Delegato,
The European House - Ambrosetti