I risultati del televoto della 29° edizione del Workshop “Lo Scenario dell’Economia della Finanza”, (6 e 7 aprile, 2018, Villa d’Este, Cernobbio).
Panel Agenda per l’Europa - Crescita e competitività Moderatore Heiner Flassbeck Mario Monti Jyrki Katainen
Il ruolo dell’Europa sul mercato mondiale passa anche attraverso la definizione di nuove regole comuni, scritte assieme a Paesi come gli Stati Uniti e il Giappone, in grado di definire un mercato con maggiori garanzie per la concorrenza. Ma la UE deve anche stringere nuovi accordi che le aprano nuove prospettive in nuovi mercati, così come l’agenda dell’Unione deve porre l’istruzione tra le sue priorità per garantire la formazione di una nuova classe di lavoratori capace di affrontare e guidare la rivoluzione dell’economia circolare e dell’intelligenza artificiale. Tutti temi discussi nel corso del Workshop “Lo scenario dell’economia e della finanza”, organizzato da The European House – Ambrosetti a Cernobbio.
Nel panel dedicato alla “Agenda per l’Europa – Crescita e competitività” dell’Europa, moderato da Heiner Flassbeck, il centro del dibattito è stato il ruolo che il Vecchio Continente può assumere sul mercato per cercare di riconquistare una posizione preminente nonostante l’arrembante sbarco sul mercato di nuove realtà provenienti dall’Asia. Gli imprenditori italiani, interrogati dal televoto, mostrano però scarsa fiducia nelle prospettive dell’Europa: più del 50 per cento dichiara una fiducia sufficiente o addirittura bassa nell’Unione, ma va sottolineata la crescita dal 10 a quasi il 20 per cento della fetta dei votanti che invece afferma di riporre un alto livello di fiducia nelle istituzioni continentali.
Dal televoto emergono comunque delle priorità chiare per l’agenda europea: secondo il 31,7 per cento degli imprenditori italiani l’armonizzazione fiscale e la convergenza delle politiche di bilancio devono essere al primo posto, seguite da una politica più incisiva in materia di sicurezza e immigrazione (29,7 per cento) e maggiori investimenti in ricerca&sviluppo per sostenere la crescita (25,7 per cento). Calano in modo significativo due tematiche: l’efficienza delle istituzioni pubbliche costituisce una priorità solo per il 22,8 per cento (era quasi il 34 per cento nel 2017), ma soprattutto il rigore nella finanza pubblica si abbassa fino al 7,9 per cento.
Per gli imprenditori, dunque, l’approccio rigido del patto di stabilità non costituisce un fattore indispensabile per la costruzione di un nuovo mercato unico capace di superare anche l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. In queste condizioni cresce anche la fiducia nell’Euro dei partecipanti: per il 39,2 per cento assisteremo entro pochi mesi in un rafforzamento della valuta continentale, il 30 per cento dei votanti ritiene che i tassi di cambio rimarranno invariati mentre il 25,8 per cento scommette su di un Euro più debole a settembre 2018.
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