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COMUNICARE LA SOSTANZA VUOL DIRE FARE LA DIFFERENZA

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COMUNICARE LA SOSTANZA VUOL DIRE FARE LA DIFFERENZA

Spesso in azienda la capacità di comunicare viene ritenuta nel migliore dei casi un “abbellimento estetico”, oppure, in via intermedia, una vendita di “fuffa”, sino ad arrivare, nel caso peggiore, all’esercizio di tecniche di manipolazione vera e propria. È invece ormai sempre più necessario, al fine di fare la differenza, comunicare la sostanza e, quindi, è fondamentale essere sempre più autentici per essere sempre più efficaci.

LA COMUNICAZIONE SI GENERA NELL’ASCOLTO

La comunicazione si genera nell’ascolto. Comunicare in maniera efficace vuol dire saper comunicare in maniera differente al fine di generare una differenza.

Una comunicazione efficace lascia quindi il segno: è una comunicazione incisiva. Una comunicazione efficace non lascia indifferenti: genera pensieri, emozioni e, se è necessario, azioni.

Come essere incisivi? Come fare la differenza?

Come superare lo scetticismo, l’indifferenza?

Come attivare la propria carica emozionale e la carica emozionale dei destinatari della comunicazione?

Come riuscire a mobilitare le “risorse umane” presenti all’interno di ognuno di noi e quindi anche nei nostri interlocutori?

REALIZZARE UN FLUSSO COMUNICATIVO INCISIVO

Per comunicare in maniera incisiva è necessario focalizzare la nostra attenzione sui seguenti aspetti:

  • focus sull’ascolto reciproco: la comunicazione è efficace se si attiva un ascolto bi-direzionale;
  • focus sulle cause della comunicazione (cosa genera la necessità di comunicare);
  • focus sugli obiettivi della comunicazione (a quale scopo voglio comunicare);
  • focus sull’attivazione della carica emozionale e dell’energia che voglio condividere;
  • focus sulla struttura della comunicazione: scegliere ed articolare in maniera adeguata gli argomenti e le connessioni logiche più efficienti al fine di esprimersi con chiarezza ed efficacia;
  • focus sugli strumenti della comunicazione: scegliere gli strumenti, i canali di comunicazione più adatti per valorizzare i messaggi che vogliamo mettere in comune;
  • focus sulla dinamica della comunicazione: saper gestire le reazioni avverse e saper gestire e smorzare le possibili escalation disfunzionali.

COMUNICARE È FARE LA DIFFERENZA

Quest’ultimo fattore è particolarmente importante perché il successo di un processo di comunicazione è determinato dalla capacità di agire su come fare la differenza senza attivare meccanismi di rifiuto e diffidenza verso ciò che appare differente.

In altri termini la differenza che attivo durante l’espressione del messaggio oggetto della comunicazione, che deve produrre una “differenza” nel nostro interlocutore, al fine di essere notati, considerati e, possibilmente, riconosciuti ed accettati, deve essere, nel limite del possibile, la “differenza” desiderata e desiderabile.

L’arte della comunicazione consiste quindi nel saper suscitare, dentro di sé e nei propri interlocutori, differenze che siano riconosciute come tali: il messaggio non deve essere percepito come banale e scontato.

E nello stesso tempo non deve essere troppo distante (troppa differenza) da non poter essere compreso, assimilato e quindi, contrariamente a quanto auspicato, non sia in grado di generare quell’ascolto, quella carica emozionale e quella mobilitazione desiderata.

COMUNICARE LA SOSTANZA: GENERARE AUTENTICITÀ

Comunicare in azienda non è semplice.

Come riuscire a comunicare in un contesto organizzativo dove spesso “informazione” vuol dire “potere”, dove spesso regna una comunicazione di convenienza e “strumentale”, ed assai scarsi sono i momenti di “autenticità”?

Collaborare e condividere le informazioni all’interno delle aziende dovrebbe essere “naturale”.

Ma in azienda a volte succede che il “clima” non sia quello ideale e spesso accade che:

  • all’interno vengono spesso lasciate prosperare visioni strategiche contrapposte che diventano “cordate” concorrenti;
  • si formano delle tribù isolate le une dalle altre con un senso di appartenenza alla “funzione” ed al proprio “ufficio” in contrapposizione agli “altri”, spesso in contrasto con il bene dell’azienda;
  • prevale la relazione e la comunicazione ristretta solo a chi ci è “amico” ed è simpatico ed è difficile comunicare e collaborare con chi ci è antipatico e quindi “nemico”.

Inoltre, spesso, la capacità di comunicare viene ritenuta nel migliore dei casi un “abbellimento estetico”, oppure, in via intermedia, una vendita di “fuffa”, sino ad arrivare, nel caso peggiore, all’esercizio di tecniche di manipolazione vera e propria.

Quello che conta, si sostiene, è la sostanza, la competenza e che solo i “fatti” sono la vera misura del proprio valore; oggi invece, si aggiunge, coloro che sanno “comunicare bene” vengono “promossi” più di quanto possano meritare.

Se tutto questo è vero, come abbiamo sopra accennato, saper comunicare in azienda non è effettivamente facile.

Saper comunicare, nel senso più nobile della parola, saper mettere in comune, non è certamente una questione “estetica” e/o formale. Saper comunicare non è quindi “vendersi” a tutti i costi e persuadere e/o manipolare il prossimo.

Una comunicazione efficace potrebbe e dovrebbe essere una comunicazione autentica.

Cosa vuol dire sviluppare una comunicazione autentica?

Vuol dire contribuire alla creazione di un contesto dove la libertà di espressione e la finalità dell’agire comunicativo tentino di raggiungere un equilibrio ragionevole ed efficace.

Tale equilibrio potrà contribuire ad alimentare soddisfazioni personali e professionali attraverso la produttiva “messa in comune” di risorse, tempo, informazioni ed emozioni.

Per maggiori approfondimenti: angelo.viti@ambrosetti.eu