10

anni di monitoraggio

80

Paesi benchmark

144

economie nel mondo

85.000

osservazioni



Cash Intensity Index

Il Cash Intensity Index (CII) è un indicatore statico che misura il livello di “dipendenza dal contante” delle principali economie globali. La metodologia di calcolo del Cash Intensity Index considera l’incidenza del contante circolante sul Prodotto Interno Lordo nazionale in 144 economie nel mondo. 

Nel 2023, l’Italia passa dal 29° al 28° posto sui 144 Paesi considerati e si riconferma tra le 30 peggiori economie del mondo per cash intensity.

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banche Centrali nazionali, CIA World Factbook e World Bank, 2023






Cashless Society Index


Il Cashless Society Index è uno strumento di monitoraggio della situazione dei pagamenti elettronici in Italia, evidenziandone le differenze rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea (UE-27). L’indice è calcolato su una scala crescente da 1 a 10 e si articola in 16 Key Performance Indicator (KPI) raggruppati in 2 macro-aree: “Fattori abilitanti” e “Stato dei pagamenti”, a ciascuna delle quali sono attribuiti pesi differenti (30% alla macro-area “Fattori abilitanti” e 70% alla macro-area “Stato dei pagamenti”).

Nell'edizione 2023 del Cashless Society Index, l'Italia ha perso una posizione ed è oggi al 25° posto.

Clicca sui bottoni sopra al grafico per visualizzare le macro-aree.






Cashless Society Speedometer


Il Cashless Society Speedometer (CSS) è l’indicatore che misura la velocità con cui i Paesi dell’Unione Europea si muovono nella transizione verso la cashless society. Tale obiettivo è fissato nel raggiungimento entro il 2025 del livello medio di transazioni pro-capite con carte di pagamento dei tre Paesi best performer europei (Danimarca, Svezia e Finlandia), che presentano complessivamente una media pari a 351 transazioni pro-capite all’anno.

Nonostante l’Italia abbia aumentato la propria velocità relativa rispetto ai Best Performer europei (Svezia, Finlandia e Danimarca), raggiungendo infatti un punteggio pari a 13,3 (superiore rispetto all’8,6 registrato nel 2022), il ritmo attuale non è ancora sufficiente a recuperare il divario accumulato rispetto ai Paesi più avanzati.




Regional Cashless Index


Il Regional Cashless Index (RCI) monitora gli sviluppi cashless nelle diverse Regioni italiane secondo una metodologia e un portafoglio di indicatori che ricalcano il Cashless Society Index (CSI). Pertanto, anche per il RCI i diversi KPI che lo compongono sono raggruppati in due macro-aree – “Fattori abilitanti” e “Stato dei pagamenti”.

L'Indice 2023 evidenzia un forte divario tra il Mezzogiorno e le altre aree del Paese. Le Regioni del Nord si trovano tutte nella top 10 (ad eccezione della Liguria che si posiziona 11°), mentre tutte le Regioni del Mezzogiorno si trovano nelle ultime 7 posizioni, ad eccezione della Sardegna, che si posiziona al 9° posto, peggiorando il suo posizionamento rispetto all’edizione precedente, in cui era al 7° posto. Tra le Regioni del Centro, infine, le migliori sono la Toscana (al 4° posto), e il Lazio (5° posto), che ha guadagnato 6 posizioni rispetto all’edizione precedente. Infine, Umbria (12° posto) e Marche (13° posto) si trovano esattamente a metà tra le Regioni settentrionali e quelle meridionali.




Metropolitan Cashless Index


Il Metropolitan Cashless Index (MCI) permette di misurare come le principali aree metropolitane dell'Italia stiano evolvendo verso la cashless society, considerando indicatori rilevanti per le amministrazioni locali, tra cui il livello di adesione e di utilizzo di PagoPA.

Nel 2023, Firenze si conferma al 1° posto della classifica per il secondo anno consecutivo (con un punteggio di 7,61 su una scala crescente da 1 a 10), davanti a Milano (1° nelle prime due edizioni dell’Indice) e Genova. Con l’eccezione di Cagliari, che si trova in 6^ posizione (mantenendo il posizionamento della precedente edizione), le ultime sei posizioni sono occupate tutte da Città Metropolitane situate nel Sud Italia o nelle Isole, evidenziando la maggiore necessità di orientare politiche attive di diffusione dei pagamenti digitali in specifici territori del Paese.