03 Settembre 2022

Perché politica estera e difesa comune europea sono un’opportunità per l’Italia e l’UE

L’assetto geopolitico mondiale è in rapida evoluzione fin da tempi antecedenti il conflitto russo-ucraino. Dopo la fine della Guerra Fredda e fino al 2008 circa, lo scacchiere geopolitico si è distinto per la presenza di una sola superpotenza: gli Stati Uniti d’America. A partire dal 2009, l’avanzata cinese nell’economia globale ha però generato anche dal punto di vista degli affari esteri il ritorno ad uno scacchiere contrapposto tra due grandi superpotenze. Il conflitto in corso agisce senza dubbio da elemento acceleratore del cambiamento.

Molti Paesi come la Cina, l’India, la Russia e non solo non si riconoscono più nell’“ordine mondiale” emerso dalla Seconda Guerra Mondiale e anelano a costruire nel tempo un nuovo ordine mondiale di cui siano attori più rilevanti.

In questo contesto, poter contare su una politica estera e di difesa comune in Europa non è solo una questione politica o di sicurezza, ma è anche una questione di interesse e crescita economica, sia sotto il profilo industriale sia dal punto di vista dell’espansione internazionale dei mercati.

Attraverso lo studio dei fenomeni e il supporto di un qualificato panel di esperti e opinion leader, lo studio “Politica estera e difesa comune per l’Europa: sfide e opportunità per l’Italia e l’Unione Europea”, presentato il 3 settembre 2022 al 48° Forum di Cernobbio, formula dodici proposte – più o meno provocatorie – il cui obiettivo va nella direzione di favorire un’accelerazione verso una politica estera e di difesa comune europea senza tralasciare, come di consueto per le ricerche dell'Ambrosetti Club, una stima dell’impatto economico che tale politica avrebbe avuto o potrebbe avere sul sistema economico europeo.


Proposte in ambito di politica estera

  • Sviluppo di una strategia geopolitica europea, con obiettivi definiti e perseguibili
  • Nomina di un Ministro europeo per la politica estera e la difesa e costruzione di un apparato diplomatico comune
  • Superamento della dimensione intergovernativa
  • Creazione di un programma di sviluppo cooperativo strutturato e fortemente supportato finanziariamente in Africa, Asia Centrale e Medio Oriente


Proposte in ambito di Difesa

  • Revisione strategica del rapporto con la NATO, in ottica di creazione di un pilastro europeoche si affianchi a quello nord-atlantico
  • Costituzione di una Forza Armata Europea (FAE) che preveda un eventuale coinvolgimento dei privati in alcune attività non strategiche
  • Innalzamento della spesa militare a livello UE e nazionale e creazione di un mercato unico europeo della difesa
  • Creazione di uno European Space Force Command: lo spazio si candida a rappresentare il quadrante geopolitico del futuro sia militarmente che politicamente


Proposte in ambito di opinione pubblica

  • Avvio di un dibatto costruttivo sui temi di politica estera e difesa, che coinvolga soprattutto le generazioni post-belliche
  • Avvio di un processo di cambiamento culturale e linguistico sulla politica estera e della difesa, che deve riguardare sia la società che la business community
  • Creazione di uno European Culture Promotion Program per promuovere la visione circa il ruolo dell’Unione Europea nel mondo, la sua cultura e gli stili di vita, contribuendo a rafforzare il senso di appartenenza dei suoi cittadini
  • Proposta provocatoria: introduzione di un Servizio europeo di difesa popolare continuativo destinato sia agli uomini che alle donne, a partire dai 18 anni di età 


Gli impatti di una politica estera e di difesa comune in Europa

La ricerca di The European House – Ambrosetti si chiude con una stima del potenziale impatto economico che una politica estera e di difesa comune avrebbe o avrebbe avuto in Europa.

Nella dimensione della difesa, è stato stimato un impatto economico compreso tra i 115 miliardi di euro/anno e i 357 miliardi di euro/anno.

In ambito di politica estera, è stata quantificata la “lost opportunity” a livello commerciale (export) negli ultimi dieci anni in assenza di una politica estera comune, pari a quasi un trilione di euro – di cui circa 370 miliardi di euro in Africa, circa 350 miliardi di euro in Iran, 31 miliardi di euro in Asia Centrale e circa 168 miliardi di euro nell’area ASEAN.

Proprio queste sono le aree di “lost opportunity” strategiche potenziali in termini di presidio dei mercati internazionali:

  • Africa: mercato interno in crescita, disponibilità di materie prime, crescita demografica, prossima “fabbrica del mondo”
  • Iran: gateway to Asia, disponibilità di materie prime, scienza e tecnologia, hub logistico e manifatturiero per tutta l’Eurasia
  • Asia Centrale: Belt & Road initiative, IDE in settori strategici, mercato in crescita e disponibilità di materie prime
  • ASEAN: crescita come hub tecnologico e digitale, manifattura avanzata e ICT


Scarica i materiali

Position Paper “Politica estera e difesa comune per l’Europa: sfide e opportunità per l’Italia e l’Unione Europea” (in italiano)

Position Paper (in inglese)

Mappa concettuale

Comunicato stampa


Rassegna stampa

La Repubblica, Mille miliardi di export perso il costo dell'Europa disunita