01 Settembre 2023

Zero Carbon Technology Roadmap

L’applicazione del principio di neutralità tecnologica al processo di decarbonizzazione intrapreso dall’Unione Europea e dall’Italia è una condizione fondamentale per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione. La Carbon Capture Storage rappresenta una soluzione indispensabile per ridurre le emissioni delle industrie Hard to Abate, salvaguardando così la sopravvivenza e competitività di importanti settori economici. È quindi fondamentale che l’Italia definisca e attui una visione che, attraverso la CCS, coniughi obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di politica industriale.

È quanto emerge dallo Studio Strategico “Carbon Capture and Storage: una leva strategica per la decarbonizzazione e la competitività industriale”, realizzato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Eni e Snam, anticipato oggi nell’ambito del 49° Forum di The European House - Ambrosetti, in una conferenza stampa a cui hanno preso parte Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House - Ambrosetti, Claudio Descalzi, CEO di Eni, Stefano Venier, CEO di Snam e Markus Kerber, Chief Strategist, Christian Democratic Union, già Presidente della Bundesverband der Deutschen Industrie oltre che Advisor dello Studio.

È ormai evidente che la decarbonizzazione sarà la sfida del nostro secolo. A livello mondiale, si registrano importanti difficoltà nel raggiungere l’obiettivo degli accordi di Parigi e di Glasgow per limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5° C, rispetto ai livelli preindustriali e, come evidenziato dagli scienziati del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), è necessario intervenire a livello globale con decisione e rapidità per conseguire questo obiettivo.

In tale scenario, l’Unione Europea ha definito nuovi e più sfidanti obiettivi di decarbonizzazione e le industrie Hard to Abate devono riuscire a mantenere la propria competitività, anche a fronte della revisione dell'Emission Trading System (ETS).Tra le diverse soluzioni tecnologiche disponibili per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione dei settori Hard to Abate, la CCS è l’unica a coniugare maturità, sicurezza e accessibilità economica. Inoltre, è la sola opzione praticabile per abbattere le emissioni di processo dei settori Hard to Abate/energivori e accelerare concretamente la piena decarbonizzazione dell'industria.

A livello aggregato, i settori Hard to Abate generano 94 miliardi di Euro di Valore Aggiunto e 1,25 milioni di posti di lavoro in Italia ed emettono 63,7 Milioni di tonnellate di CO2, di cui il 22% da processo. The European House - Ambrosetti stima che elettrificazione, efficienza energetica, bioenergie, idrogeno e variazione delle materie prime potranno, utilizzate insieme, contribuire a una riduzione non superiore al 52% di tali emissioni. Per decarbonizzare il restante 48%, pari a 30,8 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, sarà necessario ricorrere a soluzioni CCS.

Secondo il modello teorico sviluppato da The European House - Ambrosetti, sarà possibile stoccare circa 300 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2050, pari a circa quattro volte le emissioni annuali della Regione Lombardia, facendo leva sulla realizzazione dell’Hub di Ravenna, che possiede una capacità complessiva stimata in oltre 500 milioni di tonnellate. Una volta a regime a metà del prossimo decennio, tale progetto permetterà di trasportare e stoccare circa 16 milioni di tonnellate di CO2 emesse e sequestrate annualmente da settori Hard to Abate.

Il progetto Ravenna CCS Hub rappresenta un’opportunità unica per il sistema-Paese, su cui puntare per posizionare l’Italia quale Paese di riferimento per la CCS nel Sud Europa. L’Italia può ricoprire un ruolo centrale per la definizione di un quadro competitivo in grado di attrarre investimenti e facilitare l’avvio di progetti, ponendosi come il principale punto di riferimento per lo sviluppo della CCS nell’Europa meridionale, includendo anche quei filoni innovativi e di ricerca come le applicazioni per l’utilizzo dell’anidride carbonica (CCU) e la cattura della CO2 in corrispondenza della produzione di bio-energia.

Per consentire il pieno sviluppo della CCS, è necessario individuare e promuovere schemi normativi coerenti - in grado di conciliare decarbonizzazione, competitività economica e aspetti occupazionali - mediante una pianificazione integrata e meccanismi di supporto per il de-risking lungo tutta la filiera. Alcuni ambiti di intervento:

  1. creare le cosiddette “soft infrastructure”, ovvero un contesto normativo di riferimento chiaro e stabile, necessario per favorire il pieno sviluppo della CCS che fornisca certezza agli investimenti
  2. applicare la CCS alle diverse forme di emissioni, in sinergia con altre soluzioni e secondo un principio di neutralità tecnologica e complementarità tra le diverse opzioni disponibili
  3. fare pianificazione strategica, in quanto lo sviluppo e la diffusione delle soluzioni di CCS dovranno essere favoriti dalla definizione di una chiara visione politica, una pianificazione strategica condivisa e una roadmap per lo sviluppo a livello nazionale
  4. ridurre i rischi finanziari associati ai progetti CCS lungo l’intera filiera, in analogia con quanto già avvenuto per altre leve di decarbonizzazione


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