03 Aprile 2023

Con nuovi impianti di pompaggio idroelettrico, si attiverebbero 31 mld di Euro nell’economia

Il 29 marzo 2023 a Roma si è tenuta la presentazione del Rapporto “Il ruolo strategico dei pompaggi idroelettrici nella transizione energetica”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Edison, con una Tavola Rotonda che ha visto la partecipazione di importanti stakeholder del settore idroelettrico e della relativa filiera estesa, del mondo accademico, giuridico, economico e istituzionale. Durante la Tavola Rotonda sono stati condivisi i principali risultati dello Studio, con l’obiettivo di dimostrare la fondamentale importanza dei pompaggi idroelettrici per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione, mettendo in luce priorità e ambiti di intervento necessari a sostenerne gli investimenti.

La decarbonizzazione è sempre più al centro delle policy europee e si riflette nella revisione al rialzo dei target legati allo sviluppo di fonti di energia rinnovabili: il Piano REPowerEU ambisce a superare l’obiettivo del 40% di fonti energetiche rinnovabili (FER) sul consumo di energia finale fissato nel “Fit for 55”, puntando a raggiungere il 45% nel 2030. Tale percorso passa, pertanto, per una forte crescita delle fonti non programmabili, come solare ed eolico.

In Italia, dal 2019 al 2030, è previsto un aumento significativo delle FER non programmabili (+85 GW a fronte di +1 GW FER programmabili). In altre parole, in Italia la potenza addizionale da FER al 2030 è rappresentata per il 99% da fonti rinnovabili non programmabili.

Coerentemente con lo sviluppo delle FER, da qui al 2030 è prevista la progressiva dismissione di capacità di generazione termoelettrica, riducendo ulteriormente l’apporto di risorse programmabili. In particolare, l’Italia ha previsto un completo phase-out dalla generazione da carbone entro il 2025 (sono circa i 6 GW al 2023). Queste due dinamiche, lette congiuntamente, accrescono l’importanza dei sistemi di accumulo, che sono in grado di garantire adeguatezza e sicurezza al sistema elettrico del Paese. All’interno dei sistemi di accumulo, i pompaggi idroelettrici rappresentano una risorsa strategica, grazie alla capacità di gestire una risorsa scarsa come l’acqua, ad una bassa dipendenza da materie prime critiche e alla presenza di una filiera industriale nel settore idroelettrico che vede l’Italia tra le prime a livello mondiale. In particolare, per favorire la penetrazione delle FER, è prevista l’installazione di nuovi sistemi di accumulo per 15 GW entro il 2030.

La realizzazione di nuovi impianti di pompaggio è, pertanto, una leva fondamentale per facilitare la penetrazione delle fonti di energia rinnovabile intermittenti, ma soprattutto genera ricadute economiche significative: nell’ipotesi di sviluppare metà della nuova capacità utility-scale con pompaggi idroelettrici (pari a +4,5 GW di potenza installata), l’investimento iniziale necessario per la realizzazione di nuovi impianti risulta pari a 10,5 miliardi di Euro, in grado di attivare circa 31  miliardi di Euro nella filiera economica dell’impiantistica e dei cantieri per questo tipo di infrastrutture, con un effetto moltiplicatore pari 2,96.

In UE – e anche in Italia – è stato definito un nuovo modello di approvvigionamento e gestione degli accumuli che garantisca una maggiore certezza per il realizzatore di sistemi di accumulo senza, però, che ciò preveda spazio per ulteriori margini di ottimizzazione da parte del mercato. Per aprire un confronto costruttivo su questo aspetto, The European House – Ambrosetti ha quindi realizzato una valutazione di impatto di due alternative per la regolazione di nuovi pompaggi idroelettrici in Italia: il modello “in parte a mercato” e il modello “Declinazione DCO 393 ARERA”, sviluppato sulla base delle previsioni del Decreto Legislativo dell’8 novembre 2021. In particolare, emerge come il modello “in parte a mercato” garantisca una gestione più efficiente dell’impianto e allo stesso tempo impatti in misura minore sul consumatore finale. Ipotizzando, infatti, 30 anni di esercizio, il modello “in parte a mercato” comporta un esborso di 19,2 miliardi di Euro, rispetto ai 22,8 miliardi di Euro previsti nel modello “Declinazione DCO 393 ARERA”. Il risparmio economico per i consumatori è pari a 3,6 miliardi di Euro.


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Sfoglia la presentazione di Lorenzo Tavazzi