11 Febbraio 2022

Responsabile
Carlo Cici
La tutela dell’ambiente nella Costituzione italiana

L'8 febbraio 2022 è stata approvata definitivamente una proposta di legge volta ad inserire la tutela dell'ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione italiana.

Le modifiche effettuate agli Articoli 9 e 41 introducono per la prima volta nella Costituzione una visione di sviluppo sostenibile, che tiene in considerazione le future generazioni. In particolare, il comma introdotto nell’Art. 9 aggiunge la tutela dell’ambiente alla promozione dello «sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica» e alla tutela verso «il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».

«[La Repubblica] Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.»

L’elemento chiave è che l’ambiente è qui inteso nella sua accezione più estesa e “sistemica”, ossia abbraccia i concetti di ambiente, ecosistema, biodiversità, intesi come un valore da conservare e valorizzare. Non solo in quanto onere dello Stato verso i suoi cittadini, ma anche in relazione a una responsabilità più estesa, comunitaria, che si inserisce nel solco dell’impegno condiviso verso gli Obiettivi di sostenibilità.

La modifica all’Art. 41, invece, specifica che l’attività d’impresa non può recare danno alla salute e all’ambiente, e così pone le basi per orientamenti di tutela di tipo legislativo.

«L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.»

Queste modifiche articolano in modo più specifico le disposizioni ambientali nella nostra Costituzione, che finora si erano limitate alla menzione della «tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali» nell’Art. 117, introdotto con la riforma del Titolo V, approvata nel 2001. Simili interventi di modifica costituzionale, più o meno dettagliati, si sono manifestati in altri Stati europei negli ultimi decenni. I primi esempi si trovano nei testi costituzionali di Spagna (con una primissima menzione nel 1978), Paesi Bassi (1984), Germania (1994), Francia (2005).

Il voto del Parlamento italiano ha elevato l'ambiente ad interesse pubblico fondamentale, primario e assoluto. Il Ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha parlato di «una svolta epocale». Lo è per il Paese ma soprattutto per le aziende: chi fa impresa ha da oggi un motivo in più per iniziare ad attrezzarsi per gestire la transizione sostenibile, o continuare a farlo, e trasformare le sfide ambientali, sociali e di governance, in opportunità.

«In una fase in cui siamo impegnati a rendere concreta una transizione sostenibile, che sia al contempo efficace nel raggiungere gli obiettivi ambientali e giusta nel tutelare gli interessi delle parti della società più vulnerabili, la modifica dei principi costituzionali approvati con una maggioranza tra le più ampie immaginabili definisce la visione della società che vogliamo diventare. Tocca ora alle istituzioni, alle imprese, al mondo delle associazioni e ai cittadini comprendere con innovatività e pragmatismo come realizzare una visione straordinariamente ambiziosa e al tempo stesso urgente.» Carlo Cici, Partner e Head of Sustainability Practice, The European House - Ambrosetti


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