01 Settembre 2023

Il contributo dell'eolico offshore galleggiante per la decarbonizzazione dell'Italia

Evidenziare il contributo dell'eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull'economia italiana e le filiere locali. È questo l’obiettivo della Floating Offshore Wind Community, progetto creato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia. A presentare questa iniziativa in una conferenza stampa nell’ambito del 49° Forum di Cernobbio sono stati Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House - Ambrosetti; Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri; Lucia Morselli, CEO di Acciaierie d’Italia; Carlos Martin Rivals, CEO di BlueFloat e Toni Volpe, CEO di Renantis, coadiuvati dall’advisor scientifico Tim Pick, già consulente del Governo del Regno Unito per lo sviluppo dell’Eolico Offshore. 


“La decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa deve fare leva sul principio fondamentale della neutralità tecnologica: è necessario sfruttare il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie disponibili. In questo processo, l’eolico offshore galleggiante può essere la chiave per accelerare la transizione verde, grazie al potenziale energetico e ai limitati impatti ambientali e sociali, nonché alle ricadute positive sulla filiera industriale italiana”, ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House - Ambrosetti. 


Si possono distinguere 2 macro-tipologie di eolico off-shore: la “fixed-bottom”, la cui fondazione è radicata al fondale marino, e la “floating”, che è supportata da una struttura galleggiante e attraccata al fondale tramite un sistema di ancoraggio e cavi. Quest’ultima presenta notevoli vantaggi: può essere installata in acque più profonde e con venti più forti, il che aumenta il potenziale energetico; può essere posizionata più lontano dalla costa, risultando quasi invisibile nel paesaggio e riducendo i conflitti di interesse con altri usi del mare; e ha minori impatti sull’ambiente e la fauna marina, restando maggiormente in superficie.

Effettuando un confronto con i principali player internazionali, emerge che, con una capacità installata di eolico offshore (a fondo fisso) al 2022 pari a 30 MW e un obiettivo al 2030 pari a 2,1 GW (tra impianti a fondo fisso e galleggiante), il nostro Paese è ancora molto lontano dalla Cina, leader mondiale, dal Regno Unito, 2o mercato mondiale, e dalla Germania, leader in UE - che, rispettivamente, vantano un installato nel 2022 pari a 30 GW, 14 GW e 8 GW e un target al 2030 pari a 60 GW, 50 GW e 30 GW (quasi interamente impianti a fondo fisso). Mentre le potenze globali puntano con decisione su questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti). 

Eppure, grazie alle caratteristiche morfologiche ed alla conformazione dei fondali marini, il nostro Paese ha un enorme potenziale per l’installazione di eolico offshore galleggiante: secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’Italia è il 3° potenziale mercato mondiale per eolico galleggiante. Inoltre, secondo il Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e il Politecnico di Torino, il potenziale italiano di eolico offshore galleggiante è pari a 207,3 GW (x3,4 le FER installate nel 2022) in termini di potenza, e 540,8 TWh/anno (x1,7 la domanda elettrica nel 2022) in termini di generazione

Tra le aree del Paese con maggiore potenzialità di sviluppo di questa tecnologia si evidenziano la Sardegna, la Sicilia e la Puglia, in un contesto in cui queste Regioni mostrano un gap di rinnovabili da colmare, rispettivamente, del 128%, del 115% e del 50% (ai trend attuali vs target energetici al 2030, secondo la bozza del Decreto Aree Idonee). Un motivo in più per investire nell’eolico offshore galleggiante, evidenzia la Community, che ha coinvolto nel corso dei propri lavori i rappresentanti delle Regioni interessate. 

La produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe, inoltre, alcuni settori chiave per l’Italia, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche - per un totale di 255,6 miliardi di euro (2o Paese in UE dietro alla Germania) e 1,3 milioni di occupati


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