02 Settembre 2022

Un ecosistema digitale per accelerare l’innovazione e la crescita dell’Italia

In Italia persiste un rilevante gap, rispetto ai principali Paesi UE, relativamente ai livelli di diffusione del digitale. Questo divario è causato da un ritardo in vari ambiti: nelle competenze digitali, nell’integrazione del digitale nei vari comparti industriali, nello sviluppo di una politica industriale legata al digitale e nelle infrastrutture chiave per abilitare una trasformazione digitale.

Nella ricerca svolta in collaborazione con Microsoft Italia, “Next Generation digITALY: come promuovere l’integrazione e lo sviluppo di un ecosistema digitale per accelerare l’innovazione e la crescita del Paese”, presentata il 2 settembre 2022 al 48° Forum di Cernobbio, esponiamo che per promuovere l’integrazione e lo sviluppo di un ecosistema digitale avanzato, il sistema Paese deve intervenire principalmente in tre ambiti:

1. Accrescere il capitale umano digitale

2. Dotarsi di una politica industriale del digitale

3. Continuare con velocità ad implementare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)


Capitale umano digitale

Le competenze digitali sono un fattore di debolezza del nostro Paese: oltre la metà delle aziende italiane evidenzia difficoltà a reperire sul mercato delle risorse con adeguate competenze digitali. A mancare non sono solo gli specialisti ICT, ma anche le competenze digitali di base: si stima infatti che l’Italia debba formare, entro il 2026, oltre due milioni di occupati con competenze digitali di base per stare al passo con le necessità del mercato. 

Nonostante l’accelerazione registratasi durante il periodo pandemico, la crescita delle persone con skill digitali in Italia procede a rilento, con un tasso annuo medio di crescita composto nel periodo 2015 - 2021 (CAGR) pari all’1,1%. Procedendo con questo ritmo di crescita, per raggiungere l’obiettivo di 2,1 milioni di lavoratori mancherebbero 1,25 milioni di adulti con competenze digitali di base al 2026.

Il gap delle competenze digitali può essere colmato facendo leva su: istruzione formale; formazione continua on the job; valorizzazione dei bacini e delle comunità periferiche a forte rischio di esclusione.


Politica industriale del digitale

Il sistema produttivo italiano si basa sulle micro-aziende e le imprese di piccolo-medie dimensioni, che sono caratterizzate da bassi livelli di adozione del digitale. Diventa quindi improrogabile, per il nostro Paese, definire una serie di misure di politica industriale per diffondere la digitalizzazione.

Da un altro punto di vista, anche il volume di affari medio delle aziende del comparto ICT italiano si posiziona su valori molto bassi, sia in termini assoluti sia in confronto con i principali competitor dell’Italia all’interno della UE. In media, un’azienda italiana che opera nel settore ICT genera un volume d’affari di circa 1,2 Mln €, pari a 1/3 rispetto al dato medio della Germania ed è inferiore rispettivamente del 40% e del 15% rispetto a Francia e Spagna. Se queste aziende raggiungessero il volume d’affari medio pro-capite delle imprese ICT tedesche, potrebbero sviluppare su base annua circa 250 MLd € di fatturato aggiuntivo, pari a circa il 14% del PIL italiano.

L’urgenza di dover definire una politica industriale per il digitale non è solo dettata dallo stato di frammentazione in cui versa il settore ICT italiano, ma anche dalle difficoltà che ostacolano la creazione e la crescita delle start-up. L’Italia si posiziona infatti nelle ultime posizioni a livello europeo per capacità di attrarre risorse di venture capital per finanziare lo sviluppo dell’ecosistema delle startup e dell’innovazione.


PNRR

Le aziende italiane ripongono grande fiducia nel PNRR come strumento chiave per la digitalizzazione del Paese. Le imprese coinvolte in una survey realizzata ad hoc considerano prioritari i tre pilastri del PNRR sul digitale:

  • La realizzazione dei grandi investimenti in infrastrutture digitali per dotare le imprese e i cittadini di connessioni Internet veloci (banda ultra-larga)
  • Il rinnovamento della Pubblica Amministrazione attraverso anche la digitalizzazione dei servizi e la dematerializzazione dei processi
  • La diffusione delle competenze digitali a tutti i livelli: dalla cittadinanza digitale alle competenze richieste per lo svolgimento dell’attività lavorativa e professionale

Alla vigilia della nascita di un nuovo Esecutivo, il mondo imprenditoriale fornisce un’indicazione forte al nuovo Governo: realizzare con velocità, decisione e chiarezza di obiettivi il sistema di riforme previsto dal PNRR, in modo da raggiungere i target di modernizzazione di cui il Sistema Italia ha assoluto bisogno per poter competere efficacemente a livello europeo e più in generale a livello internazionale.


Leggi il Report completo “Next Generation digITALY: come promuovere l’integrazione e lo sviluppo di un ecosistema digitale per accelerare l’innovazione e la crescita del Paese

Executive Summary

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Rassegna stampa

Il Sole 24 Ore, Investimenti per le imprese che impattano sul Pil - commento di Silvia Candiani, Country Manager Microsoft Italia

Il Sole 24 Ore, Ecosistema digitale, tre mosse per l'Italia