02 Settembre 2022

L'empowerment femminile può generare un impatto economico fino al 14% del PIL del G20 più la Spagna

Negli ultimi anni, i temi dell'uguaglianza di genere e dell'empowerment femminile hanno acquisito una notevole importanza nel dibattito pubblico internazionale. Sulla scia di questa evoluzione, nel 2021 il G20 ha ospitato la prima Conferenza interamente dedicata al tema dell'empowerment femminile, per sottolineare la centralità della discussione.

Tuttavia, le disparità di genere continuano a colpire tutti i Paesi, con disuguaglianze ulteriormente esacerbate da fenomeni disruptive come la pandemia di Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina. Ad esempio, i dati mostrano che l'aumento del lavoro domestico non retribuito ha portato un numero di donne quattro volte superiore a quello degli uomini ad abbandonare la forza lavoro e una donna su due ha riferito di aver subito una forma di violenza (o di conoscere qualcuna che ne è stata vittima) dopo la pandemia.

Oggi più che mai appare chiaro come l'empowerment delle donne sia un tema altamente trasversale, parte di una sfida più ampia che consiste nel costruire società inclusive e pienamente in grado di valorizzare le differenze. In questo senso, affrontare le disparità di genere richiede un approccio concertato e globale che coinvolga un'ampia gamma di attori e sostenitori, indipendentemente dal loro genere.

Per offrire un contributo concreto, The European House - Ambrosetti ha deciso di lanciare un Osservatorio permanente e indipendente sull'empowerment femminile nei Paesi del G20 più la Spagna (inclusa come ospite permanente del G20) – in partnership con A2A, ABB, British American Tobacco (BAT), Invesco, Gruppo Mondadori, Oracle e Gruppo Pictet; e con il contributo delle Special Advisor Arancha González Laya (Rettrice della Scuola di Affari Internazionali di Parigi, Sciences Po) e Minouche Shafik (Rettrice della London School of Economics and Political Science).

I risultati della prima edizione dell'Osservatorio sono stati presentati oggi da Arancha González Laya in occasione della 48ª edizione del Forum di Cernobbio. Lo studio evidenzia come il raggiungimento dell'uguaglianza di genere e l'avanzamento dell’empowerment femminile non siano solo una questione di diritti, ma anche un passo fondamentale verso il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile – sia in termini di uguaglianza sociale che di crescita economica e competitività dei Paesi.

L'analisi di European House - Ambrosetti stima che chiudere il gender pay gap e raggiungere lo stesso tasso di occupazione tra uomini e donne potrebbe generare un impatto economico annuale fino a 11,2 trilioni di dollari nei Paesi G20 più la Spagna – pari al 14% del PIL del G20. Per raggiungere l'obiettivo del tasso di occupazione, dovrebbero essere impiegate 432,9 milioni di donne in più.

Oggi, nonostante gli sforzi compiuti da molti Paesi in questo campo, persiste nel globo una generale mancanza di meccanismi di valutazione e di accountability per quanto riguarda l'empowerment femminile. In questo contesto, l'Osservatorio, le cui attività sono state accompagnate dai Governi italiano e spagnolo, punta a misurare i progressi nel campo dell'empowerment femminile e a sistematizzare le best-practice – concentrandosi sul principio di accountability e sulla misurazione degli impatti sociali, economici e culturali.

Le attività dell'Osservatorio hanno portato a:

  • L'elaborazione di un indicatore composito complesso - il Women's Empowerment Progress Index (WEPI) - che misura, monitora e traccia i progressi dei Paesi del G20 e della Spagna in molteplici ambiti dell'empowerment femminile, con l'obiettivo di promuovere politiche efficaci. Data la natura e l'obiettivo del WEPI, l'Indice è stato sottoposto all'audit del Joint Research Centre (JRC) del Centre on Composite Indicators and Scoreboards (COIN) della Commissione europea. L'audit fornito dal JRC sottolinea la qualità, l'affidabilità e la solidità concettuale del quadro adottato per l'elaborazione del WEPI.
  • La creazione di una piattaforma per mappare, raccogliere e condividere le principali best-practice delle politiche pubbliche e aziendali nel campo dell'empowerment femminile. Tali attività mirano a incoraggiare un progresso coerente tra governi e aziende, anche attraverso la realizzazione di una stima d'impatto che consenta di stabilire un benchmark positivo e di misurare il grado di efficacia delle diverse politiche.


I risultati finali del Women's Empowerment Progress Index 2022 mostrano la Francia al primo posto, seguita da Australia e Spagna, con India, Indonesia e Arabia Saudita posizionate in fondo - anche se caratterizzate da un alto livello di dinamismo. In questo quadro, l'Italia si colloca al quinto posto con un punteggio di 90,9 su 100. Uno dei punti di forza del Paese è la quota di seggi occupati da donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa (pari al 38,8% contro una media del G20 più la Spagna del 25,0%), anche grazie all'attuazione della Legge Golfo-Mosca; mentre un basso tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro (54,7% contro il 59,3% medio) e una limitata quota di donne in posizioni manageriali (27,3% contro il 30,6%) rappresentano le principali criticità. 

Poiché non ci si può preoccupare di ciò che non si conosce, la misurazione è un punto di partenza essenziale per ispirare il progresso e stimolare una sana competizione a livello internazionale. Nella piena consapevolezza che l'empowerment femminile è un fenomeno complesso e sfaccettato, il WEPI si pone l’obiettivo di fornire ai Paesi uno «strumento ready-to-use per il miglioramento», dando una spinta delicata e propedeutica al progresso. Di seguito sono riportati i principali risultati emersi dal lavoro della prima edizione dell'Osservatorio sull'empowerment femminile:

  • L'empowerment femminile non è solo una questione politica, ma soprattutto culturale – strettamente legata a continui cambiamenti culturali e sociali e all'eliminazione degli stereotipi di genere.
  • Una maggiore e migliore raccolta di dati nel campo dell'empowerment femminile è una priorità assoluta, poiché qualsiasi tipo di progresso deve essere supportato da dati affidabili e completi. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda il fenomeno della violenza di genere.
  • L'empowerment femminile è un fenomeno socioeconomico complesso che richiede l'adozione di una prospettiva intersettoriale per attuare politiche in grado di attivare cambiamenti sociali, economici e culturali di lungo termine nella società.
  • La promozione dell'empowerment femminile implica l'adozione di politiche di natura collaborativa. La comunità imprenditoriale è una preziosa fonte di conoscenza e best-practice; le politiche aziendali possono quindi integrare con successo quelle pubbliche in questo campo.
  • Le politiche pubbliche e aziendali che prevedono obblighi giuridicamente vincolanti e/o chiari meccanismi sanzionatori mostrano un grado di efficacia maggiore rispetto alle altre, instaurando un processo di evoluzione più rapido e virtuoso.


Sulla base delle evidenze emerse, l'Osservatorio ha raccolto sei suggerimenti concreti di politiche pubbliche e best-practice da condividere:

1. Definire quote di genere legislative, con chiari obiettivi da raggiungere e sanzioni in caso di mancata compliance, per promuovere la leadership e la partecipazione femminile in politica (es. Messico).

2. Stabilire indicazioni e linee guida per le aziende, definendo Key Performance Indicator (KPI) e obiettivi specifici e sostenendo le aziende attraverso incentivi fiscali, per aumentare la leadership femminile nel mondo aziendale (es. Italia).

3. Concentrarsi sulla cura dei figli e sulla genitorialità (e in generale sull'equilibrio tra lavoro e vita privata), adottando una prospettiva genderless che consenta una partecipazione più equa al mercato del lavoro (es. Corea del Sud).

4. Promuovere l'indipendenza finanziaria delle donne abbattendo gli stereotipi, regolarizzando l'accesso formale ai finanziamenti, fornendo loro competenze finanziarie e conoscenza (es. Arabia Saudita e Indonesia).

5. Aumentare la partecipazione delle donne nel campo tecnologico e digitale concentrandosi sulle discipline STEM per rafforzare il legame tra istruzione e occupazione, stimolando le assunzioni attraverso incentivi economici per le aziende (es. Germania).

6. Far progredire la raccolta di dati nazionali sulla violenza di genere per valutare la risposta dei servizi pubblici e monitorare le tendenze nel tempo, con l'obiettivo di sradicare il fenomeno nel lungo termine (es. Spagna).


The European House - Ambrosetti è entusiasta di proseguire il prezioso lavoro dell'Osservatorio, insieme ai suoi partner e agli oltre 450 membri di Ambrosetti Club, nella speranza che diventi un solido punto di riferimento per la comunità internazionale e una fonte di ispirazione per un miglioramento e un progresso diffusi.

Scarica il rapporto finale dell'Osservatorio


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