15 Giugno 2022

Responsabile
Daniela Bianco
Aumenta la fiducia degli italiani verso le vaccinazioni, il 50% di chi esita è disposto a rivalutare

Emergono messaggi incoraggianti dalla survey realizzata insieme al Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR, in collaborazione con SWG, sul livello di fiducia degli italiani nei confronti dei vaccini

Con la pandemia è salita la fiducia degli italiani verso le vaccinazioni: su un campione di 2.000 cittadini intervistati, il 92% ritiene i vaccini degli strumenti sicuri ed efficaci per contrastare le malattie infettive. Per il 33% degli intervistati, il livello di fiducia durante la pandemia è aumentato, soprattutto tra gli uomini, nelle Regioni del Sud e tra la Generazione Z. Considerando gli esitanti, 1 su 2 si dichiara aperto a rivalutare le proprie scelte. I fattori determinanti per aumentare la propensione a vaccinarsi sono un maggior dialogo con il medico e il farmacista, un’informazione e comunicazione chiara e trasparente da parte delle istituzioni, l’aumento dei luoghi di somministrazione (farmacia, posto di lavoro e scuola) e incentivi specifici.

La survey è stata presentata nel corso di un evento realizzato da The European House - Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer a Roma. Questi segnali fanno guardare con ottimismo alla ripresa della campagna vaccinale anti-COVID19, prevista per il prossimo autunno: il 77% si dichiara favorevole alla quarta dose e il 17% di chi non si è ancora vaccinato si dimostra aperto a farlo. Incoraggianti anche i dati sulla vaccinazione antinfluenzale, con il 95% dei soggetti che si è vaccinato nell’ultima stagione che si dichiara favorevole a ripetere la somministrazione.

Altro dato interessante è che l’88% degli intervistati si sente informato sui vaccini, prediligendo come fonti informative il proprio medico di fiducia, il parere degli scienziati e i siti web istituzionali. I canali di informazione informali, quali amici e parenti e social media/forum/blog, restano le fonti più usate da chi è più scettico nei confronti delle vaccinazioni.

Buona la conoscenza delle vaccinazioni obbligatorie, scarsa quella relativa agli altri vaccini raccomandati: il 98% degli intervistati dice di essere a conoscenza dell’esistenza di vaccinazioni obbligatorie nell’età pediatrica ma solo il 76% ne ricorda almeno alcune, valori che scendono rispettivamente al 94% e al 63% per le vaccinazioni raccomandate nell’infanzia. In entrambi i casi, tra i più informati rientrano le persone con figli minorenni e le donne. La legge sull’obbligatorietà dei vaccini per la fascia 0-16 anni e le numerose iniziative di sensibilizzazione realizzate hanno certamente contribuito ad aumentare il livello di conoscenza delle vaccinazioni pediatriche, con conseguenti tassi di copertura che, seppur in diminuzione durante la pandemia, si attestano su valori superiori al 90%.

Diversa la situazione delle vaccinazioni dell’età adolescenziale e dell’età adulta. Solo il 34% degli intervistati ha dichiarato di essersi vaccinato contro il papilloma virus (nella fascia d’età 18-30 anni), solo il 28% contro lo pneumococco (nella fascia d’età 60-70 anni), solo l’11% contro l’herpes zoster (nella fascia d’età 60-70 anni).

L’83% degli intervistati dichiara di conoscere persone che esitano o rifiutano di vaccinarsi: se il 26% esita o rifiuta di vaccinarsi per tutti i vaccini in generale, il 57% lo è solo in riferimento al vaccino anti-COVID19. I freni alla vaccinazione percepiti sono essenzialmente due: il timore di rischi per la salute e le lacune informative


«La survey fornisce alcune indicazioni importanti sulle leve su cui agire per migliorare la conoscenza e, di conseguenza la fiducia, dei cittadini verso la prevenzione vaccinale. Inoltre, 1 su 2 tra gli esitanti e contrari ad alcune vaccinazioni come quella anti-pneumococcica, anti-herpes-zoster e anti-papilloma virus si dichiara disponibile a saperne di più prima di poter decidere. Emerge quindi la necessità di aumentare gli sforzi nella comunicazione per incrementare il livello di conoscenza dei cittadini anche su queste vaccinazioni.» Daniela Bianco, Partner e Responsabile dell’Area Healthcare di The European House - Ambrosetti


«Il 55% degli intervistati apre anche agli incentivi economici, in primis check up ed esami medici gratuiti e i bonus per palestre e centri sportivi, strumenti che oltre a incrementare il livello di fiducia dei cittadini hanno anche un ruolo di attivazione dell’attività economica. Si tratta di strumenti propositivi volti ad ottenere una maggiore adesione vaccinale che potrebbero affiancarsi a quelli già in uso come i disincentivi e le penalizzazioni e che allineerebbero le politiche vaccinali italiane a quelle promosse da molti altri Paesi.» Andrea Grignolio, Responsabile del Vaccine Hesitancy Forum del Centro Interdipartimentale per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR


In sintesi, il quadro che emerge dall’indagine suggerisce che la fiducia degli italiani verso le vaccinazioni è migliorata dopo la pandemia da COVID-19. Tuttavia, anche tra i vaccinati, emergono alcuni elementi di perplessità che è necessario affrontare in modo puntuale e mirato. Alcuni interventi possibili riguardano, ad esempio, le modalità organizzative dei servizi di vaccinazione, la creazione e mantenimento di canali di comunicazione specifici, l'offerta di strumenti di incentivazione e di engagement, leve fondamentali per aumentare la fiducia verso le attività di prevenzione vaccinale.


Scarica il Position Paper - Gli italiani e le vaccinazioni nello scenario post Covid-19: fiducia o scetticismo?