04 Ottobre 2022

Responsabile
Daniela Bianco
Gli impatti della vaccinazione dell’adulto per il sistema: un focus sulla vaccinazione anti-pneumococcica

In un contesto di evoluzione epidemiologica e di transizione demografica, di grandi trasformazioni sociali, progresso scientifico e tecnologico e cambiamenti climatici, la prevenzione, sia primaria che secondaria, rappresenta uno strumento fondamentale. In particolare, le vaccinazioni risultano indispensabili nella popolazione adulta e anziana per prevenire l’insorgenza di malattie infettive quali influenza, infezioni da pneumococco (ad es. meningite e polmonite), herpes zoster e pertosse (contratta più volte nel corso della vita), che colpiscono ogni anno milioni di persone, con un peso maggiore negli anziani.

In Italia, secondo le più recenti stime del Global Burden of Disease, lo pneumococco è responsabile ogni anno di oltre 6,7 decessi per 100.000 abitanti (pari allo 0,9% di tutti i decessi) e di oltre 2,7 anni vissuti in disabilità per 100.000 abitanti. L’incidenza della malattia segue una curva a «U», con maggiore incidenza nei bambini sotto i 5 anni e negli over 65 anni (nel 2020, l’incidenza nei neonati <1 anno era pari a 2,65 per 100.000 abitanti e negli adulti >65 anni pari a 2,04 per 100.000 abitanti). È stato dimostrato anche come l’uso di questi vaccini abbia portato ad una riduzione delle infezioni da pneumococco multiresistente del 64% nei bambini e del 45% negli adulti sopra i 65 anni di età, contribuendo alla prevenzione di infezioni antibiotico-resistenti.

Il costo sanitario diretto annuale della malattia negli over 65 è pari a 51,1 milioni di euro; i costi di ospedalizzazione sono particolarmente elevati (pari a 42,4 milioni di euro, circa l’83% del totale), seguiti dai costi della terapia (10%) e dal costo degli esami diagnostici (4%). Ai costi sanitari diretti si aggiungono anche i costi indiretti, legati alla perdita di produttività per malattia e/o disabilità sia del paziente over 65 anni, che del caregiver che ammontano a 18,2 milioni di euro all’anno.

L’ultimo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (2017-2019) aveva previsto l’introduzione dei vaccini contro lo pneumococco in età adulta, assegnando per il 2020 un target di copertura da raggiungere pari al 75% per l’anno 2020. I dati, pochi e frammentati ad oggi disponibili, riportano percentuali di copertura intorno al 30%. Le motivazioni di questi bassi tassi di copertura sono di tipo culturale, come ad esempio lo scetticismo nei confronti della sicurezza ed efficacia dei vaccini o la disinformazione e cattiva informazione provenienti da fonti non ufficiali, ma anche di tipo fisico e procedurale, come la scarsa accessibilità delle sedi vaccinali, la carenza di organico, le difformità territoriali nell’offerta vaccinale, le difficoltà logistiche e amministrative nelle campagne vaccinali. Non possono essere trascurati neanche l’insufficiente percezione del rischio e delle eventuali conseguenze della non vaccinazione e della malattia e la mancata conoscenza del diritto alla vaccinazione e comprensione delle informazioni sui vaccini, vale a dire ostacoli di tipo comunicativo/informativo.

The European House-Ambrosetti ha elaborato un modello con 3 scenari di riferimento che simulano il raggiungimento del 75% di copertura negli over 65, prevedendo un diverso livello di coinvolgimento degli stakeholder nella pratica vaccinale (MMG, centri vaccinali ma anche farmacie, come tra l’altro già sperimentato in altri Paesi europei). Incrementando in maniera graduale le somministrazioni vaccinali da parte dei medici di medicina generale e dei centri vaccinali grazie ad azioni di sensibilizzazione della classe medica e coinvolgendo nella pratica vaccinale anche le farmacie presenti sul territorio, come già sperimentato per i vaccini antinfluenzale e anti-Covid, si raggiungerebbe il target del 75% in soli 3 anni, a differenza dei 9 necessari nello scenario attuale.

Il modello mette in luce, inoltre, come all’aumentare delle coperture vaccinali, si riducano gli impatti negativi sugli individui in termini di mortalità, morbosità, ricorso a cure mediche (sia in ambito ospedaliero che territoriale) ma anche i costi sia diretti sanitari che indiretti in termini di perdita di produttività lavorativa sia dei pazienti (lavoratori e pensionati) che dei caregiver.

La prevenzione vaccinale è uno dei temi contenuti nel XVII Rapporto Meridiano Sanità, che verrà presentato a Roma il 9 novembre 2022.


Scarica lo studio "La vaccinazione anti-pneumococcica nell’adulto: quali impatti per il sistema"

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